
Alla Scoperta del Pandolce genovese
Cucinare con i bambini è una specie di avventura. Tuttavia è anche un modo per trascorrere insieme i pomeriggi invernali in allegria quando non si può uscire. Se poi cucinando si può preparare un favoloso dolce da offrire a parenti e amici durante le feste è tutto ancora più divertente.
In questo modo i bambini avranno non soltanto la possibilità di dare sfogo alla propria creatività ma anche la soddisfazione di realizzare con le proprie mani un regalo delizioso per le persone care, che poi sarà certamente apprezzatissimo.
Quindi, da liguri, vi sveliamo la ricetta del dolce natalizio più amato, sempre presente sulle nostre tavole per tutto il periodo delle feste natalizie per essere gustato in qualsiasi momento della giornata. Cosa fa infatti più “festa” che pucciare una bella fetta di pandolce genovese nel latte a colazione?!
Siete quindi pronti per scoprire insieme a noi la ricetta del pandolce genovese, quella originale della nonna?
Un ultimo consiglio prima di lasciarvi alla preparazione: se state cercando un’idea originale per addobbare la tavola per Natale, potete preparare il pandolce anche in porzioni più piccole, da utilizzare come “dolci segnaposti”. Basterà fasciarli con cellophane trasparente ad uso alimentare, chiuderli con un bel fiocco e una tag con il nome dell’invitato e il gioco è fatto!

La Ricetta

Ingredienti
Per il lievito:
- 20 gr di lievito di birra
- 300 gr di farina
Per il pandolce:
- 500 gr di farina
- 100 gr di burro
- 250 gr di zucchero
- 20 cl fra acqua e acqua di fiori d’arancio
- 300 gr di uvetta
- 100 gr di pinoli
- 100 gr di cedro candito
- 50 gr di semi di finocchio
Uvetta, semi di finocchio e canditi sono un classico nelle ricette dolci liguri.
Se siete a Genova vi consigliamo di fare scorta di questi ingredienti in una delle botteghe storiche genovesi che amiamo di più: Torielli.
Stemperate il lievito in mezzo bicchiere di acqua tiepida. Versatelo sulla farina prevista per la prima lievitazione (300 gr) e impastate bene tutto, aggiungendo eventualmente altra acqua se necessario. Quando la pasta sarà pronta mettetela in una terrina e tenetela in un luogo caldo e riparato, lasciando riposare almeno una notte.
Trascorso il tempo stabilito mettete l’uvetta a bagno in acqua tiepida, disponete a fontana i 500 gr di farina, versate il burro fuso, lo zucchero, la miscela di acqua e acqua ai fiori di fiori d’arancio. Mescolate il tutto, aggiungete la pasta lievitata e lavorate l’impasto finché non diventerà morbido.
A questo punto, ponete sulla spianatoia i pinoli, l’uvetta sgocciolata e asciugata, i semi di finocchio il cedro candito tagliato a piccoli pezzi, amalgamate tutto con la pasta e impastate energicamente per almeno 15 minuti.
I più pigri (come me!) possono usare una planetaria: il fatto che le nostre nonne facessero tutto a mano non significa che se avessero potuto avrebbero disdegnato un piccolo aiuto… 😉
Con le dosi indicate si ottengono circa 2 kg di prodotto. A questo punto potete decidere se dividere l’impasto in due o più parti.
Qualsiasi cosa decidiate di fare e qualunque sia il numero di pandolci che desiderate ottenere, dovrete disporre gli impasti a cui avrete dato la forma di pane, su una placca unta di burro, legarli tutto attorno alla base con un tovagliolo per evitare che lievitando non si sformino e ricoprirli con un canovaccio.
Ponete la teglia in un luogo caldo e lasciate lievitare l’impasto per altre 12 ore.
Passato il tempo di questa seconda lievitazione incidete sulla sommità la figura di un triangolo equilatero e infornate a 180°. Cuocete per circa un’ora finché la crosta non avrà assunto un bel colore bruno.
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